Intervento del Principe Carlo in occasione della conferenza ICESCO sul Profeta Messaggero dell'Islam
Riportiamo l'intervento del Principe Carlo in occasione della conferenza internazionale .... promossa dall'ICESCO e svoltasi il 27 maggio 2021 sotto l'Alto Patrocinio di Sua Maestà Re Mohammad VI del Marocco. Con la partecipazione del direttore generale ICESCO al-Malik, il rappresentante delle Nazioni Unite per l'Alleanza delle Culture, il Principe Hassan bin Talal di Giordania, il Principe Carlo d'Inghilterra, il primo Ministro del Pakistan Imran Khan, Il segretario generale della MWL al-'Issa dal Regno dell'Arabia Saudita, il segretario generale della Muhammadiyah prof. Abbadi dal Regno del Marocco, il mufti dell'Egitto e dell'Azerbaijan, shaykh Yaqoubi dalla Siria, Azza Karam e la prof.ssa Marshall dagli USA, il prof. Yunus Geoffroy e Dawoud Grill dalla Francia, imam Yahya Pallavicini dall'Italia.
Vedi il programma sul sito ICESCO.
Accolgo calorosamente il tema di questa conferenza nobilmente promossa da Sua Maestà il Re Mohammed VI del Marocco, grande mecenate della ricerca di scienza. Ci rendiamo conto come da tempo nella società moderna venga trascurato il lato spirituale della vita nonostante questo svolga un ruolo fondamentale nel consolidare i valori e plasmare i comportamenti. Vedo questo tema chiaramente riflesso nello scopo della discussione odierna: identificare i valori di civiltà che devono derivare dalla vita del Profeta. Come indica l'ordine del giorno di questa conferenza, non è solo una questione di rispetto per la tradizione, ma ci sono importanti implicazioni pratiche. Possiamo imparare molto dall'Islam.
Parlo, ovviamente, non come esperto dell'Islam, ma come qualcuno che crede profondamente che troppo spesso sottovalutiamo l'importanza della fede e questo in qualche modo ci impoverisca. Come dissi in una conferenza, nel 1993, su "Islam e Occidente" presso l'Oxford Centre for Islamic Studies, di cui sono sostenitore, "quello a cui faccio appello è una comprensione più ampia, più profonda e più attenta del nostro mondo; per una dimensione metafisica, oltre che materiale, della nostra vita, per ritrovare l'equilibrio che abbiamo abbandonato”.
Credo che tale dimensione spirituale debba essere al centro dei nostri sforzi per risolvere i problemi sociali e affrontare le enormi sfide globali che ci attendono; non ultima l'attuale pandemia con cui stiamo lottando e il pericolo che comporta il degrado del nostro pianeta. Vedo che, in qualità di copresidenti, il Regno Unito e l’Italia stanno riunendo leader religiosi e scienziati in vista della 26a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tema in cui le comunità di fede continuano a svolgere un ruolo cruciale nel guidare e incoraggiare una reazione consapevole. Dobbiamo inoltre riconoscere l’importanza di sanare le divisioni che affliggono le nostre società se vogliamo realizzare lo sforzo richiesto a livello globale. Credo che le nostre fedi possano fornire principi guida che ci permettono di guardare oltre il semplice materialismo.
Il mondo di oggi è estremamente interdipendente, più che in qualsiasi altro momento della storia umana e questo ci spinge a valorizzare la comprensione e il rispetto reciproco, principi sanciti dalle nostre fedi religiose. In un'altra conferenza a Oxford su “Islam and the Environment”, nel 2010, ho lanciato una sfida ancora oggi urgente: “mobilizzare studiosi, poeti e artisti, così come artigiani, ingegneri e scienziati che lavorano con e all'interno della tradizione islamica, per identificare le idee generali, gli insegnamenti e le tecniche pratiche all'interno della tradizione che ci incoraggiano a lavorare in armonia con la Natura, piuttosto che contro di essa”. C'è, dopo tutto, un gradito richiamo all'umiltà nell'Islam riguardo al nostro posto su questa Terra.
Aggiungerei che questi valori universali non sono limitati a una religione, ma espressi in modi diversi in tutti i libri sacri. Credo che tale approccio possa incoraggiare la cooperazione e una comprensione condivisa, cosa fondamentale nelle società multiculturali in cui viviamo, dove credo che persone di tutte le fedi possano svolgere un ruolo particolarmente positivo.
In questo spirito, vi invio i miei più cordiali saluti e i migliori auguri per il successo di questa conferenza.