L’imam ‘Abd al-Halim Mahmud e lo Shaykh ‘Abd al-Wahid Yahya (René Guénon): Diritto di replica di Dominique Avon
Abd al-Wadoud Gourad scrive che non ho fornito elementi probanti la convergenza tra lo shaykh al-Azhar ‘Abd al-Halīm Mahmūd e i Fratelli musulmani circa il progetto di “Costituzione islamica”. È errato. Indico infatti che parte di questo progetto è stato pubblicato sulla rivista dei Fratelli musulmani Al-Da‘wa. Si tratta del numero dell’ottobre 1979, che vi dedica quattro pagine: 22, 23, 24 e 41.
- Gouraud scrive che «l’imam ‘Abd al-Halim Mahmud non ha fatto altro che incoraggiare la costituzione di Stati musulmani sulla base dell’applicazione rigorosa delle norme legali e giurisprudenziali». È errato. Io preciso che l’imam è stato all’origine del comitato di redazione di questa “Costituzione islamica” e che ne ha approvato il contenuto, compreso l’articolo 71: «Le sanzioni legate alle pene religiose intangibili [hudūd al-šarī‘a] vanno applicate in caso di adulterio, diffamazione, furto, banditismo, consumo di alcolici e apostasia».
- Gouraud scrive che «‘Abd al-Halim Mahmud non ha mai sostenuto il ricorso alla violenza né il rovesciamento dei poteri in carica». La realtà è più complessa. Si può per esempio ricordare l’articolo 45 del suddetto progetto di Costituzione, riguardante il rapporto con l’autorità costituita: «Non si deve obbedienza a una persona che disobbedisce al Creatore. La Guida non ha alcuna autorità quando prende decisioni che contrastano con la šarī‘a». Quanto all’uso della violenza, lo shaykh ‘Abd al-Halim Mahmūd l’aveva giustificata nel contesto specifico della guerra con Israele, quando ancora non era Grande Imam.
و من المعروف أن هذه الفرضية إنما هي فرضية كفاية في الأصل العام إذا لم يكن العدو في داخل بلاد الإسلام، أما إذا كان العدو في داخل بلاد الإسلام فأن الجهاد يصبح فرض عين على كل مسلم ومسلمة أينما كان
فإذا كان العدو مثلا بسينا وبجولان، وبفلسطين كما هو ألان فإن الجهاد واجب على مسلمي العالم، إنه واجب على كل مسلم على ظهر المعمورة من إعلاء كلمة الله وتحرير وطن المسلمين
È noto che quest’obbligo, nel suo fondamento generale, è un obbligo comunitario se il nemico non si trova all’interno dei Paesi dell’Islam. Ma se il nemico è all’interno dei Paesi dell’Islam diventa allora un obbligo individuale per ogni musulmano e ogni musulmana ovunque si trovino.
Se per esempio il nemico si trova nel Sinai o nel Golan o in Palestina, come avviene ora, allora il jihad è obbligatorio per i musulmani di tutto il mondo, è un dovere per ogni musulmano che si trovi sulla faccia della terra elevare la Parola di Dio e liberare la patria dei musulmani
(‘Abd al-Halim Mahmūd « وإنَّ جُنْدَنَا لَهُمُ الغَالِبُون» in Alto Consiglio degli Affari Islamici della Repubblica araba d’Egitto, الجهاد في الإسلام, Il Cairo, Wizārat al-Awqāf, 1973, p. 16)