World Economic Forum, Davos 2025 - La fede in azione

World Economic Forum, Davos 2025 - La fede in azione

A Davos una nuova rappresentanza della società civile internazionale si è riunita per quattro giorni a margine degli scambi tra i ministri dell’economia e della finanza mondiale. Nella nostra prima riunione, il presidente esecutivo del World Economic Forum Klaus Schwab

ha messo in evidenza la prospettiva multilaterale dei vari rappresentanti della società civile valorizzando l’inclusione dei leader religiosi. Ha sottolineato il valore aggiunto di ricordare e considerare anche una prospettiva spirituale nell’identità e nelle responsabilità delle persone e dei cittadini, degli imprenditori e dei lavoratori. La discussione successiva sulle regole del mercato a tutela dei consumatori ha invitato a fare chiarezza sulle finalità e sui metodi che l’economia deve sostenere.

Tutelando il benessere e il profitto è possibile arginare la concorrenza sleale e salvaguardare la salute e la sicurezza alimentare di tutti? Quanto cambia il mondo del lavoro con la diffusione dell’intelligenza artificiale? Come parametrare l’impresa sociale ad una interpretazione della società che sappia ancora custodire, coltivare e ritrasmettere una dimensione profonda ed elevata dello sviluppo della sensibilità e della dignità umana? Competitività internazionale e prosperità nazionale sono complementari, come insegna il presidente Mario Draghi?

Due prospettive molto distanti sembrano emergere da Davos. Da un lato, il vicepremier della Repubblica Popolare Cinese e, dall’altro lato, tutti insieme in una convergenza preziosa, i ministri dell’economia dell’Egitto, degli Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Oman, il ministro degli esteri del Regno dell’Arabia Saudita e il suo collega del Regno di Giordania e quello del Governo di transizione in Siria e il primo ministro del Qatar. Sorprendente che sia questo secondo gruppo MENA a sviluppare il multilateralismo e la cooperazione internazionale con l’Occidente?

E l’Occidente, che linea adotterà, il protezionismo dei dazi, un ideale di rincorsa e adeguamento tardivo alla tecnologia dell’intelligenza artificiale, una politica ambigua di equilibrismi e speculazioni tattiche o una declinazione di un piano Mattei di confronto strategico e cooperazione con l’Oriente? E con quale dimensione culturale, il suprematismo o il dialogo valoriale euro-mediterraneo ed euro-asiatico?

In un dibattito pubblico il Ministro Saudita per il Turismo risponde alla domanda sulla fiducia dell’Occidente (trust) e parla con soddisfazione di cultura del rinnovamento e dello sviluppo, forte di numeri di crescita economica significativa che attraggono capitali e lavoro uniti alla sensibilità per la sostenibilità ambientale. Su questo stesso campo l’Oman si conferma una terra di Pace, stabilità e forte impegno nel rispetto ambientale. Gli Emirati Arabi Uniti si presentano tra i dieci campioni mondiali emergenti della crescita, competitività e prosperità sociale allargando i criteri degli analisti miopi che si concentrano solo sui numeri della crescita del prodotto interno lordo, GDP.

Questa sigla GDP sembra per gli economisti anglofoni una divinità che balla, un idolo da adorare nella speranza che cresca. Sintomatico sentire un ministro provare quasi vergogna nell’ammettere che le previsioni di crescita stimate nel suo Paese erano del 4% e, purtroppo, sono invece del 3,4%. E analisti che corteggiano ministri offrendo la soluzione di un’altra sigla: AI Artificial Intelligence, una magia per un GDP insoddisfacente!

Eppure, non mancano altre scontate domande provocatorie dei giornalisti occidentali sulle percentuali o quote di occupazione femminile in Arabia Saudita o sulle previsioni di durata della tregua a Gaza negoziata dal Ministro degli Esteri del Qatar. Una radicale diffidenza preventiva si accompagna allo stupore per le risposte del Principe Faisal Al Saud che parla di rispetto dei popoli e dei civili palestinesi, israeliani, libanesi, siriani e di speranza diplomatica che anche i governi dell’Iran e degli Stati Uniti d’America possano sostenere questo processo di ricostruzione e maturazione di una nuova classe dirigente per una pace sostenibile in tutta la regione, senza troppe ingerenze straniere. Il Ministro Saudita aggiunge anche un richiamo a rivedere presto le sanzioni contro la Siria che ritardano la rinascita del nuovo corso del Paese dopo anni di regime. Dall’Europa partecipano allo stesso dibattito la Ministro degli Esteri della Finlandia, con riferimenti ad un prossimo accordo di pace tra Russia e Ucraina, e il collega dalla Spagna che s’impegna a promuovere questa convergenza anche nell’Unione Europea.

In questo contesto, i leader religiosi sono stati poi invitati a far sentire una voce di speranza e di giustizia ospiti della governatrice di Davos e della presidente della Fondazione per l’impresa sociale. Un rabbino, due pastori, un imam, un monaco buddhista

due pastori, imam yahya pallavicini e un monaco buddista, davos 2025

si sono alternati con una testimonianza di coraggio e saggezza per dare voce alla dignità di una prospettiva di fede che non deve essere discriminata o nascosta ma, al contrario, deve tornare a ispirare la partecipazione dei credenti anche nello sviluppo economico dell’umanità e deve arginare l’arroganza di potere.

Il tema di questo incontro interreligioso era una meditazione sulla giustizia e la speranza. Il rabbino americano Berkowitz ha accennato all’etimologia del nome di Mosè che riprende l’immagine della figlia del Faraone che tende il braccio per cercare di afferrare e salvare il piccolo Mosè nelle acque del Nilo. Dio estende questo sforzo premiando oltremisura la propensione e la ispirata intenzione della figlia del Faraone. Parallelamente, da parte musulmana, si è voluto mettere in collegamento le qualità divine di Pace, Misericordia e Benedizione per orientare la ricerca della giustizia con una speranza nelle logiche superiori e non con le false speranze di coloro che sono attaccati alle suggestioni mondane.

Il World Economic Forum ha organizzato due sessioni interdisciplinari con i rappresentanti delle religioni, presenti dall’Italia il cardinale Peter Turkson

turkson, yahya pallavicini, justice karen tse, davos 2025

e l’imam Yahya Pallavicini. Una sessione plenaria sul tema della cooperazione e della leadership in un mondo pericolosamente polarizzato che si è confrontata sui valori universali e sulla coesione sociale e un’altra sessione tematica sulla crisi ambientale. Il cardinale Turkson ha letto un messaggio di Papa Francesco che ha voluto mettere in guardia dal “paradigma tecnocratico” dell’intelligenza artificiale proponendo una sana “intelligenza relazionale” come priorità e anche come campo nel quale la tecnologia possa promuovere, senza “violare la dignità umana a favore dell’efficienza”, lo sviluppo integrale della vocazione umana e del bene comune leggi: Osservatore Romano.

La conclusione del programma interdisciplinare con i leader religiosi al WEF ha ospitato un chiarimento di prospettiva sui valori che non vanno confusi con le virtù e che possono assumere significati differenti se si considera una prospettiva religiosa o meno. Per un credente musulmano, cristiano, ebreo, indù, buddhista, i valori universali sono intrinsecamente legati con l’ordine divino e con la presenza spirituale nella dinamica della creazione e nella funzione della vita umana. Se si prescinde da questo quadro tradizionale che collega il tempo e lo spazio di ogni microcosmo con un macrocosmo dove c’è il Principio e la Fine del teatro sacro (comprese le scene della politica e dell’economia), il valore che ognuno attribuisce a se stesso o alle cose può variare a seconda dello stato mentale o emotivo di ogni singolo individuo oppure può venire adottato, in modo attivo o passivo, in rapporto alla propria idea di doti o esperienze personali che sono solo soggettive e quindi incapaci di essere autenticamente universali e utili per un servizio di coesione unitaria e intelligente dell’umanità. Una conclusione che fa meditare sulla relazione tra economia reale ed economia spirituale evitando di associare la prosperità sociale esclusivamente al profitto convenzionale. Occorre diversificare i settori d’investimento, arginare l’inflazione e ridurre la disoccupazione rispetto all’operatività del sacro!