Il Giubileo come occasione di rinnovamento autentico
Il 24 dicembre 2024, con l’apertura della Porta Santa della Basilica Papale di San Pietro, da parte di Papa Francesco è iniziato per i cristiani il tempo sacro del Giubileo
Si tratta di un Anno Santo di purificazione, in cui i fedeli hanno la possibilità di ripristinare un ordine naturale e verticale nel rapporto con Dio, con la terra e con la creazione. I confini temporali di questo periodo sacro sono scanditi da due episodi della vita di Gesù: l’anno è stato indetto alla vigilia della nascita del Cristo e terminerà con l’Epifania di Gesù, il 6 gennaio del 2026.
Si tratta di un simbolo di «rinascita» e risveglio intellettuale per l’Occidente. L’Italia, che ospita al suo interno la sede del Vaticano, può beneficiarne particolarmente, soprattutto in questo pericoloso periodo di confusione e smarrimento, soprattutto a livello internazionale.
L’apertura di una porta
Il disordine che regna oggi a più livelli è di natura intellettuale: se vengono meno la ricerca del Bene e l’orientamento della fede in questa ricerca, le facoltà intellettuali si inaridiscono oppure si ritirano. Quando questo accade, gli uomini non si rendono conto di ciò che dicono e fanno, e il pericolo dell’arroganza e della dimenticanza della vera natura degli esseri possono portare a conseguenze nefaste incalcolabili. Se la religione ormai per molti non è più la ricerca della realizzazione dell’autentica natura dell’uomo ma è divenuta un elemento sociale, morale o sentimentale, i riti, i simboli e la fede sincera e orientata di alcune donne e alcuni uomini permangono e non interrompono il beneficio che apportano, cibandosi di quel «solido nutrimento», come San Paolo definisce la religione.
Il Giubileo inizia con l’apertura di una porta alla vigilia della nascita di Gesù. Si apre una porta, dunque, si apre una possibilità di rinnovamento interiore ed esteriore, che ha una corrispondenza con l’irruzione del sacro nella storia. Si esce dalla stessa porta da cui si era entrati trasformati attraverso un pellegrinaggio e una ricerca di Misericordia. I maestri e i sapienti di tutte le tradizioni ortodosse insegnano che questo rinnovamento non è un processo meccanico e passivo ma un processo «alchemico» e operativo, sostenuto dalla sincerità della fede e dal timore di Dio.
La cadenza del Giubileo è cambiata nel tempo: dapprima veniva indetto ogni 100 anni, poi ogni 50, poi ogni 25. Nel 2015 Papa Francesco ha indetto un Giubileo straordinario. Si tratta di un segno evidente del bisogno degli uomini di una straordinarietà della Misericordia divina e di un accelerato avvicinamento della fine di questo ciclo, prima che sia troppo tardi e si esauriscano le possibilità di intercessione.
La Speranza verticale
La bolla papale che ha sancito l’inizio del Giubileo è la Spes non confundit, «la Speranza non delude». Questa espressione paolina ricorda che la Speranza è una virtù e dunque non può essere sentimentale e inerme. Anzi, la virtù della Speranza è rivolta verso Dio, protesa all’accettazione dei Suoi decreti ricercando l’adeguamento al Bene della Sua Volontà. La Speranza è l’antitesi della prepotenza e, come dice San Paolo, «non delude», perché porta all’accettazione serena e pacifica della Volontà di Dio, anche in tempi di decadenza. La prepotenza, invece, non accetta il decreto divino e vuole piegare il mondo alle ideologie e alle immaginazioni.
Proprio in questi giorni Papa Francesco ha ricevuto dall’ ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, alcune considerazioni sulla natura di Gesù, considerazioni che lasciano perplessi: «Se Gesù fosse tra noi oggi non esiterebbe un attimo a combattere i leader dell'oppressione e dell'arroganza globale. Non tollererebbe la fame e lo sfollamento di miliardi di persone spinte dalle potenze egemoniche verso la guerra, la corruzione e la violenza».
C’è un pericolo nel confondere autorità spirituale e potere temporale. Pretendere oggi di costruire in terra un modello artificiale di corrispondenze fittizie in cui tutto obbedisca alla lettera o alla letteratura è illusorio e non è una reazione alla decadenza perché impedisce di comprendere come la vera autorità spirituale sia sempre presente e lo sarà fino alla fine dei tempi. Occorre forse ricordare all’ambasciatore presso la Santa Sede che, secondo la dottrina islamica, Gesù è Ruh Allah, lo Spirito di Dio e la vera e unica Signoria appartiene allo Spirito, non alle leggi degli uomini. Reagire alla decadenza significa riconoscere questa Signoria e farsi condurre da essa.
A proposito del Cristo, dell’Epifania e del suo riconoscimento, nella sua opera Il Re del mondo, scrive René Guénon: «A questo proposito, chiariremo un punto forse non ancora spiegato in modo soddisfacente e tuttavia molto importante: abbiamo alluso prima ai «Re Magi» del Vangelo, dicendo che essi riuniscono in sé i due poteri; diremo ora che tali personaggi misteriosi non rappresentano altro, in realtà, che i tre capi dell'"Agarttha". Il "Mahanga" offre a Cristo l'oro e lo saluta come «Re»; il "Mahatma" gli offre l'incenso e lo saluta come «Sacerdote»; il "Brahatma", infine, gli offre la mirra (cioè il balsamo d'incorruttibilità, immagine dell'"Amrita") e lo saluta come «Profeta» o Maestro spirituale per eccellenza. L'omaggio reso in tal modo al Cristo nascente, nei tre mondi che sono anche i loro rispettivi regni, dai rappresentanti autentici della tradizione primordiale, è nello stesso tempo, si noti bene, il pegno della perfetta ortodossia del Cristianesimo nei confronti di essa».
Il senso del Giubileo in questi tempi
Proprio nel 1300, in occasione del primo Giubileo, durante la Settimana Santa, Dante inizia il suo viaggio attraverso i Regni di Dio. Un viaggio di purificazione reale e non letteraria, fatto a beneficio suo, dei contemporanei e dei posteri e che, addirittura, propone soluzioni concrete a problemi reali che scuotevano il suo popolo. Dante sa che l’uomo è pellegrino su questa terra, pellegrino in vista dell’altro mondo ma non per questo fugge dalle sue responsabilità. In questo viaggio richiama alle virtù che gli uomini hanno smarrito, smaschera i vizi intellettuali che accecano gli individui e confondono i rapporti tra autorità spirituale e potere temporale, dà una speranza di accesso al Paradiso, a patto che gli uomini riorientino la mentalità. L’esempio di Dante non deve distoglierci dal presente, anzi deve mostrarci in modo chiaro la reazione alla decadenza. Oggi un’arroganza travestita da razionalismo e una dimenticanza di Dio, che assume dei contorni preoccupanti e pericolosi, hanno velato gli uomini rispetto al simbolismo delle verità superiori e metafisiche.
La reazione a questo offuscamento passa da un rinnovamento della mentalità e deve essere necessariamente intellettuale e l’intellettualità passa dal riferimento ai principi metafisici e dalla riscoperta della fede e del naturale orientamento dell’uomo verso Dio.
Il simbolo della purificazione del Giubileo può essere un’occasione per Papa Francesco di rinnovare un autentico e fraterno dialogo anche con i rappresentati di altre confessioni religiose. Questa può essere un’occasione di sostegno reciproco nella comune responsabilità spirituale ed escatologica. Può inoltre aprire una pista di coinvolgimento anche delle autorità politiche per frenare l’ostinazione di chi vuole prepotentemente cambiare il mondo senza cambiare mai se stesso.