Olimpiadi e neopaganesimo anticristiano
Gli autori dell’inaugurazione delle Olimpiadi a Parigi hanno voluto promuovere una scena di cattivo gusto per irridere una rappresentazione sacra della tradizione religiosa cristiana come l’ultima cena quando Gesù partecipa alla comunione spirituale con i suoi discepoli ispirando l’eredità di un simbolo rituale straordinario in una ultima riunione benedetta davanti ad una tavola imbandita.
L’arte ha spesso cercato l’ispirazione da questa ultima cena per cercare di raffigurare elementi o caratteristiche dei personaggi. La centralità di Gesù è circondata dagli apostoli e ognuno di essi esprime una possibilità universale che ogni credente ha tuttora di dissociarsi o di convergere verso l’autorità spirituale, il nutrimento benedetto e la riunione fraterna. La tradizione cristiana ci insegna che un individuo solo si erge radicalmente dalle distinzioni che caratterizzano gli altri discepoli: un individuo tradisce tutto e tutti mentre gli altri cercano di accompagnarsi alla scoperta e al sostegno della dinamica dello spirito. Un compagno fa la spia e denuncia ai funzionari corruttori e corrotti dove potranno arrestare, come se fosse un ladro, alla fine dell’ultima cena, il Profeta e “Re dei Giudei”, mentre gli altri discepoli vivono la catarsi spirituale della comunione e dell’ultimo saluto con il loro Maestro. Per chi crede nella religione, si tratta di un ultimo saluto ma anche di una metamorfosi della comunicazione che dalla Tavola imbandita dell’ultima cena non cesserà di dissetare le vocazioni dei credenti nel Cristo.
Gli autori dell’avanspettacolo delle Olimpiadi nella laicissima Ville Lumière ci diranno che sono all’oscuro di questa esegesi o che sono soprattutto insensibili a queste meditazioni oppure rivendicheranno il loro diritto alla libertà di una espressione innovativa e alternativa o la loro autonomia professionale di emancipare lo spettacolo dalla mentalità religiosa e dalla grammatica del sacro. Sono disonesti e noi non ci rivolgiamo a loro.
Ci rivolgiamo alle autorità delle Olimpiadi e, soprattutto, ai fratelli e alle sorelle del Cristianesimo Cattolico e Ortodosso nel mondo. Dopo Parigi toccherà a Milano e a Cortina nel 2026 ospitare le Olimpiadi invernali. Come imam COREIS della moschea centrale di Milano chiedo che il Comitato Interfedi possa essere interpellato con urgenza per sostenere il rispetto del messaggio di pace universale con le concrete interruzioni dei conflitti in ogni regione del mondo ed evitare qualsiasi sciocco boicottaggio nei confronti delle identità nazionali d’origine di tutti gli atleti.
Parallelamente, chiedo che i simboli religiosi vengano tutti rispettati, non vilipesi, non ostentati, non abusati per una concorrenza sleale o per una strumentalizzazione pesudopolitica e nazionalista e non siano mai neppure oggetto dello scherno di artisti che, in nome dello spettacolo e del relativismo delle differenze, vogliono provocare l’esclusione della educazione religiosa di ogni autentica identità di fede. Come COREIS Comunità Religiosa Islamica Italiana rinnoviamo la nostra adesione anche al comunicato del Muslim Council of Elders, il Consiglio dei Saggi Musulmani presieduto dal grande imam Ahmad al-Tayeb che “condanna fermamente la performance della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, che ha insultato in modo palese Gesù Cristo (pace su di lui) e la dignità della profezia. Questo atto vergognoso ha mostrato una completa mancanza di rispetto per la fede di ogni religioso e per gli alti valori morali che sono cari ai credenti. Il Consiglio rifiuta categoricamente ogni tentativo di denigrare i simboli, le credenze e le figure sacre religiose.
Il Muslim Council of Elders ha sottolineato che gli eventi sportivi dovrebbero servire come opportunità per celebrare la diversità culturale e promuovere il rispetto reciproco tra le nazioni. Ha inoltre messo in guardia contro la pericolosa tendenza di utilizzare tali eventi per normalizzare il disprezzo della religione e per promuovere comportamenti sociali distruttivi che deviano dai valori umani naturali.
La dichiarazione ha sottolineato che il Documento sulla Fratellanza Umana, co-firmato da Sua Eminenza il Dr. Ahmed Al-Tayeb, Grande Imam di Al-Azhar e Presidente del Muslim Council of Elders e Sua Santità Papa Francesco, Pontefice della Chiesa Cattolica ad Abu Dhabi nel 2019, invita i leader mondiali, i responsabili politici, gli intellettuali, i filosofi, le figure religiose, gli artisti, i professionisti dei media e gli uomini e le donne di cultura in ogni parte del mondo ad affrontare tutte le forme di degradazione culturale e morale. Il documento esorta inoltre a riscoprire i valori della pace, della giustizia, della bontà, della bellezza, della fraternità umana e della convivenza, al fine di confermare l'importanza di questi valori come ancore di salvezza per tutti e di promuoverli ovunque.”
Numerosi musulmani in Oriente e in Occidente ci hanno chiesto come mai i cristiani non reagiscono e non esprimono dissenso nei confronti di queste grandi campagne di volgarizzazione della religione. Questo articolo ha l’intenzione di sostenere anche la loro sensibilità, coerenza e coraggio di fede senza mai scadere nel formalismo bigotto o nel puritanesimo culturale e, tantomeno, mai giustificare la propaganda priva di fondamento dei talebani o dei tradizionalisti che hanno entrambi tradito l’obbedienza all’umiltà nella religione.
Imam Yahya Pallavicini
Moschea Centrale al-Wahid di Milano
Vice presidente, COREIS Comunità Religiosa Islamica Italiana